giugno 28, 2017

Light & Hope - Rossella Modugno

Pian pianino mi sto leggendo Time Deal e siccome mi sta appassionando, sto cercando di dosarlo bene. Nel frattempo ho letto un racconto breve di circa 121 pagine, iniziato ieri e finito oggi. Lo avevo da molto qualche mese nel kindle e probabilmente lo avrò preso grazie a qualche suggerimento di Amazon (oppure perché la parola Stronghold - il nome della saga - mi ricorda ogni volta un'epica battaglia in Tera). Bando alle chiacchiere e via con la recensione^^

Titolo: Light & Hope
Saga: The Stronghold Saga #1
Autrice: Rossella Modugno
Anno di pubblicazione: 2013
Casa editrice: Autopubblicato
Genere: fantasy

Trama:

Un mondo invaso da una forza oscura e innaturale. Una Roccaforte nanica che si è trasformata in una prigione per gli elfi e un rifugio per gli umani. Cosa potrebbe succedere se il cacciatore e la sua preda potessero discutere sul senso della storia? Possiamo accettare che gli elfi siano i "buoni" e i vampiri i "cattivi", per forza di cose, per la loro "natura"? E i nani e gli umani che parte devono recitare? Quanto è determinato dagli Dei, quanto dal Caso e quando dalla Libertà? E l'amore è per forza ricambiato, puro, innocente? Un libro fuori dagli schemi, un viaggio in una creazione fantasy originale che è un viaggio all'interno delle profondità della nostra anima.


Giudizio 3 su 5:

Un buon inizio. Non sapevo cosa aspettarmi esattamente perché, come potete notare, la trama fornita da Amazon non è molto approfondita.

Ci troviamo in una fortezza nanica, dove da qualche decennio convivono tre stirpi: nani, umani ed elfi. Purtroppo il re dei nani non è molto benevolo verso gli elfi e l'umano scelto per rappresentare la sua stirpe non fa nulla per contrastarlo. Pian piano il popolo elfico è stato costretto in una specie di schiavitù ed in più sta soffrendo di una misteriosa malattia, chiamata il Morbo, che li sta sterminando prima del tempo. Se una volta erano esseri millenari ora se vivono duecento anni si ritengono fortunati.
In questo clima di sofferenza, Indil Layana, la rappresentante per il popolo elfico prende una coraggiosa ma pericolosa decisione: lei e il suo braccio destro Mark si avventureranno fuori dalle mura elfiche alla ricerca di aiuto per il loro popolo. Purtroppo la ragione per cui il mondo fuori è pericoloso è presto detto: da molto tempo al di fuori delle mura naniche regna una nuova specie, i vampiri.
Lotharius è il capostipite vampiro e non appena riceve la notizia del movimento di Layana, la fa rapire e ha tutta l'intenzione di saziarsi del suo sangue, ma qualcosa nel temperamento dell'elfa gli fa cambiare idea...

Ed ora che abbiamo la trama, possiamo passare ad analizzare il resto del libro.

All'inizio abbiamo una prefazione dove l'autrice ci introduce al mondo da lei creato e a fine della lettura l'ho apprezzato. Diciamo che è stata una saggia scelta perché ho potuto ritrovare nel cammino alcune cose che l'autrice aveva anticipato nella prefazione e fra poco vi rivelerò quali.

Iniziamo col dire che la scrittura non è semplice. Risulta abbastanza scorrevole ma con passaggi di concetti complessi, soprattutto quando i due protagonisti della storia si immergono in riflessioni filosofiche, che a volte ingarbugliano le frasi e il lettore deve rileggere un paio di volte le frasi per poterne assimilare il significato.

A differenza della gran parte degli ultimi romanzi, la nostra protagonista Layana non è forte. Già dalle prime scene si sente una profonda tristezza radicata nel suo animo e anche se riesce a prendere la decisione di sacrificarsi per il suo popolo, si vede che lo fa più per disperazione che per coraggio. Layana è un'elfa molto intelligente e quando viene catturata da Lotharius, riesce a conquistarlo con le sue argomentazioni su vita, sopravvivenza e religione, ma passa poco tempo che la giovane ha un pesante attacco di sindrome di Stoccolma e si innamora del suo carceriere. D'altronde lei ha già un animo fragile e basta poco, un'attenzione ed uno sguardo della creatura più affascinante della Terra a farla capitolare. In più anche lui ha degli argomenti di conversazione piuttosto interessanti che fanno rinascere in lei un certo interesse per la vita.
Lotharius è il protagonista/cattivo della situazione. Mi è piaciuto com'è stato descritto perché in lui riconosco la figura di una creatura di natura malvagia, ma che a lungo andare si sta annoiando della sua immortalità. Trova in Layana uno stimolo in questo suo grigiore di esistenza e anche se inizialmente la vuole unicamente per il brivido della conquista e per averla come suo giocattolo, poi cambia opinione e la desidera con tutto sé stesso. Purtroppo è pur sempre una creatura dalla natura malvagia e anche quando tutto sembra volgere per il meglio, il pericolo è sempre in agguato. Il fratello di Lotharius, Leonard è l'elemento più malvagio del libro. Egli incarna la malvagità fatta persona e farà di tutto per allontanare il "nuovo giocattolo" dalle mani del fratello.
Marcus è un'altra creatura particolare: un elfo con un quarto di discendenza orchesca. Questo lo rende particolarmente ben piazzato e feroce nei combattimenti, ma anche estremamente consapevole di aver scelto la strada del bene. Strada che lo porta ad innamorarsi di Layana. Già dai primi capitoli notiamo il comportamento protettivo nei confronti dell'elfa, ma purtroppo è destinato ad essere l'eterno migliore amico. Quello buono, gentile, amorevole fino allo sfinimento nei confronti della protagonista, ma destinato ad avere un due di picche.

Descritti i personaggi posso dirvi che il punto interessante di questo libro sono i dialoghi filosofici tra Layana e Lotharius. Disquisiscono molto sull'esistenza e sull'andamento della selezione naturale, se così vogliamo chiamarla, chi è preda e chi è cacciatore.
Per questi dialoghi mi è stata molto utile l'introduzione dell'autrice, dove ha spiegato com'è nato il libro e soprattutto come si è sviluppato grazie ai suoi studi di filosofia. Grazie a questa introduzione ho potuto capire meglio la natura di quei dialoghi e probabilmente l'ho apprezzata maggiormente.

Non posso valutarlo con il pieno di tazze perché ancora non è stato sviluppato del tutto. Manca una buona parte descrittiva, un approfondimento sui personaggi secondari come Mark e Leonard, lo sviluppo dei personaggi principali e un po' più di azione.
Siccome è il primo racconto di una trilogia spero che il secondo volume riesca a sviluppare la trama già ben definita dall'autrice. Insomma, le basi ci sono quindi un tre tazze su cinque meritato e sono speranzosa di arrivare anche a quattro con il prossimo capitolo della saga.

-fine recensione-


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